Esiste in India un’espressione artistica che affonda le sue radici nell’antica tradizione popolare, quella dei cantastorie erranti, che attingendo da varie sorgenti confluisce in una forma di “arte povera” assolutamente particolare: quella dei Patachitra, meglio conosciuti nella cultura inglese con il nome di Scrolls.
Il termine Patachitra è formato dalla combinazione di due parole d’origine sanscrita: Patta, che significa tessuto e Chitra, dal significato letterale di dipinto.
Essi consistono in sostanza in riquadri di tela trattata in modo particolare in rotoli di lunghezza variabile (illustrati generalmente in sequenza longitudinale, talvolta orizzontalmente), illustrati con dipinti che acquistano un più netto significato sotto forma di storie. Gli autori di tali dipinti, detti popolarmente Patua, accompagnano lo srotolare delle loro opere con delle canzoni che ne descrivono i contenuti. Generalmente composte dagli artisti stessi, tali canzoni, conosciute come Pater Gaan (canto dello scroll), si tramandano poi oralmente attraverso le generazioni, quasi facendo parte del bagaglio patrimoniale di una stessa famiglia.
Nel villaggio di Naya, oggi, sono le donne, dette appunto Patua e Chitrakar, ad essere portatrici di questa tradizione. Le donne cantastorie accompagnano lo srotolamento dei loro dipinti su tessuti (scroll) con il canto, potendo raggiungere così anche un pubblico analfabeta.Donn