Copyright: Luciana Trappolino
Kathmandu, un viaggio indietro nel tempo
A journey back in time, Nepal 2019
Visitare Kathmandu è come fare un viaggio a ritroso nel tempo.
Boudha, Pashupatinath e Swayambhunath, tre dei principali luoghi di pellegrinaggio religioso presenti nella valle sono siti del patrimonio mondiale e assolutamente da vedere. Questi luoghi di culto secolari, con gli innumerevoli santuari più piccoli fanno di Kathmandu un museo vivente.
La grandiosità del suo passato incanta il visitatore il cui sguardo può soffermarsi incantato su una cornice di una finestra in legno squisitamente intagliata, o su un’antica scultura in bronzo o uno stupa spiritualmente coinvolgente. Kathmandu, la più grande città del Nepal, è la capitale politica oltre che culturale del Paese, dove i nepalesi sono arrivati da ogni angolo del Paese e si sono assimilati.
Mantenendo le sue antiche tradizioni, Kathmandu è benedetta dalla Dea vivente Kumari, una piccola ragazza buddista che rappresenta la potente dea indù Taleju.
Boudhanath Stupa è il monumento buddhista per eccellenza. E’ a dir poco meraviglioso: si arriva al suo cospetto percorrendo delle piccole ed anonime stradine: l’emozione è palpabile sin dall’ingresso in piazza. Quella che si svela di fronte a noi è una grandissima costruzione di un bianco accecante e decorazioni dorate, statue policrome e tante bandierine colorate; tutt’intorno pellegrini e fedeli che percorrono alla sua base il grande stupa in un susseguirsi di preghiere e riti ancestrali.
Conosciuto come la natura mentale del Buddha dei tre tempi: passato, presente e futuro, lo stupa di Boudhanath è anche chiamato lo stupa dell’illuminazione o Bodhi Stupa.
Dall’alto sembra un gigantesco Mandala, vale a dire un diagramma simbolico, tipico del tantrismo induista e buddista, in cui i circoli e quadrati concentrici sono la rappresentazione dell’universo e delle connessioni tra le forze cosmiche e la divinità.
E come in tutti i mandala tibetani, costituisce la rappresentazione dei cinque elementi del cosmo: terra, acqua, fuoco, aria, etere.
Intorno allo stupa di Boudhanath ci sono strade e stretti vicoli fiancheggiati da case colorate, monasteri buddisti tibetani e piccoli laboratori artigiani.
Per avere un’idea di cos’è un Mandala non resta che visitare uno di questi laboratori, dove si può seguire dal vivo il lavoro certosino degli artisti impegnati nella realizzazione su telai di queste opere.
Durbar Square (Piazza del Palazzo), patrimonio mondiale dell’UNESCO, si trova nel cuore della città dove sorge il vecchio Palazzo Reale oltre ad una serie di templi Hindu ed edifici storici che vantano una superba maestria per i ricchi decori in legno e metallo: la maggior parte delle costruzioni sono in mattoni rossi con molti dettagli, come porte, finestre, sottotetti, in legno finemente lavorato; mi sono persa ad osservarli e fotografarne i dettagli.
La residenza della Dea Vivente, Kumari, si trova nelle vicinanze: la Kumari Bahal è la casa che ospita la Kumari, una ragazzina considerata una dea vivente. La Kumari vive qui, studia e medita, conservando questo status divino fino alla prima mestruazione. Dopodiché torna alla sua vita e viene sostituita da un’altra bambina.
Il Tempio di Pashupatinath è il più importante tempio induista del Nepal. Si trova lungo il corso del fiume Bagmati, a Kathmandu, ed è consacrato al dio Pashupati, manifestazione di Śiva. È uno dei sette gruppi di monumenti che permettono alla valle di Kathmandu di essere considerata patrimonio dell’umanità. È anche un sito di cremazione dove vengono eseguiti gli ultimi riti degli indù, ma è anche esempio luminoso di armonia fra fedi diverse, simbolo di tolleranza perfetta per tutte le comunità religiose: è uno dei templi più sacri al mondo, venerato da induisti e buddhisti.
Swayambhunath Stupa è il più antico ed enigmatico di tutti i santuari della valle di Kathmandu. La sua cupola bianca alta e la sua guglia dorata brillante sono visibili per molte miglia e da tutti i lati della valle.
Il complesso religioso di Swayambhunath, noto come il “Tempio delle scimmie”, per l’enorme quantità di scimmie che vi abitano, è situato ad Ovest di Kathmandu e ospita nel suo interno splendidi Stupa, Templi, santuari minori, statue dorate, oltre a ruote della preghiera e molte “pietre mani” collocate lungo la scalinate e in cui sono iscritti i versi del mantra.
Tra i pellegrini di Swayambhunath vi sono indù, buddisti Vajrayana del Nepal settentrionale e del Tibet, e i buddisti newari del Nepal centrale e meridionale. Ogni mattina prima dell’alba, centinaia di pellegrini salgono i 365 gradini che conducono alla collina, oltrepassando il dorato Vajra (tibetano: Dorje) e due leoni a guardia dell’ingresso, e iniziano una serie di circumambulazioni in senso orario dello stupa.
Lo stupa bianco, il più importante del complesso religioso, affascina perché porta dipinti gli occhi del Buddha, anche detti gli “occhi della saggezza” e tra gli occhi quello che sembra un naso arricciato, in realtà è il carattere nepalese per il numero 1 che simbolizza l’unità di tutte le cose, nonché il modo di raggiungere l’illuminazione attraverso gli insegnamenti del Buddha. Sopra, il terzo occhio del Buddha, simbolo del risveglio spirituale che simboleggia la saggezza del Buddha.